Fontana S., Bisogni F., Errico B., Faretra A., Bausi M. (2023) “Valutazione di impatto del progetto Italia Login – La Casa del Cittadino”
Committente: Agenzia per l’Italia Digitale (AgID)
Periodo: 2023-2024
URL: Valutazione di impatto del progetto Italia Login – La Casa del Cittadino
Descrizione:
L’obiettivo del Report è quello di rappresentare i risultati ottenuti dalla valutazione di impatto delle attività svolte nell’ambito del progetto “Italia Login – la casa del cittadino”, finanziato nell’ambito del Piano Operativo Nazionale (PON) “Governance e Capacità istituzionale 2014-2020” e finalizzato all’integrazione dei servizi pubblici digitali del Paese nel processo di trasformazione digitale in atto nelle Pubbliche Amministrazioni (PP.AA.), individuandone, allo stesso tempo, le competenze ed esperienze acquisite, i risultati raggiunti e le best practices utili in futuro. Il Progetto è in linea con gli obiettivi del Piano Triennale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione 2019-2021 e con i due obiettivi tematici della politica di coesione 2014-2020, OT11 “Rafforzare capacità istituzionale delle autorità pubbliche e delle parti interessate e un’Amministrazione Pubblica efficiente” e OT2 “Migliorare l’accesso alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, nonché l’impiego e la qualità delle medesime”. I cinque obiettivi operativi del progetto prevedono: 001 – Rendere omogenei per i cittadini e le imprese i servizi offerti dalla P.A.; 002 – Standardizzazione degli strumenti per lo sviluppo e l’erogazione dei servizi digitali della P.A.; 003 – Rendere maggiormente interoperabili i dati della Pubblica Amministrazione; 004 – Sviluppo delle competenze digitali della pubblica amministrazione; 005 – Utilizzo da parte delle PA degli strumenti di sicurezza offerti. Anche in considerazione della evoluzione del progetto, che nel corso del tempo ha avuto quattro rimodulazioni, nel presente report sono analizzati in modo particolare quattro dei cinque obiettivi del progetto: obiettivi 001, 003, 004 e 005. Il report è strutturato in cinque sezioni, nella prima è fornita un’introduzione, nella seconda sezione viene descritto il progetto, nella terza è illustrata la metodologia di valutazione tratta dal framework “Better Regulation” (BR), nella quarta sezione sono analizzati i risultati del questionario di rilevazione online, nella quinta sono elaborate e riassunte le conclusioni a partire da cinque dimensioni di valutazione. Sono presenti, inoltre, due allegati: i casi studio costruiti sulle interviste condotte sul campione concordato delle Amministrazioni che hanno partecipato al progetto e i grafici risultanti dai dati del questionario online riportati integralmente. 1.2 Metodologia e Strumenti adottati Per la valutazione dell’impatto del progetto è stato utilizzato il framework metodologico BR, che consiste in un processo di valutazione qualitativo e quantitativo adottato, dopo numerose sperimentazioni, dalla Commissione Europea. Ai fini di una efficace valutazione d’impatto, ci si è orientati, tramite il framework utilizzato, a valutare gli elementi che si è ritenuto potessero caratterizzare l’iniziativa, in particolare l’efficacia, sulla base degli obiettivi prefissati, la sua efficienza, in termini di costi e benefici, la sua rilevanza, rispetto alle esigenze espresse, la coerenza e il suo valore aggiunto, operando con un approccio basato sulla concretezza dei dati analizzati e la loro oggettività.
Gli strumenti utilizzati per condurre la valutazione di impatto sono stati la desk research, il questionario e le interviste semi-strutturate, finalizzati ad esaminare le cinque dimensioni della valutazione effettuata. La desk research ha preso in considerazione tutta la documentazione di progetto e la documentazione reperibile online sui siti web delle Amministrazioni coinvolte. Il questionario è composto di 36 domande, costruite per rilevare dati secondo le cinque dimensioni di coerenza, efficienza, efficacia, rilevanza e valore aggiunto, oltre che per valorizzare l’indicatore 7RIS relativo al ruolo del Responsabile per la Transizione Digitale (RTD) e alle conseguenti variazioni organizzative indotte nelle Amministrazioni in seguito alla sua nomina. Il questionario, che rappresenta la componente quantitativa della rilevazione, è stato sottoposto a 3331 Amministrazioni e ha ricevuto un tasso di risposta del 25%. L’approccio qualitativo dell’analisi è rappresentato, in modo significativo, dalle interviste semistrutturate per lo sviluppo dei casi-studio. Le interviste sono state condotte con dieci Amministrazioni e hanno coinvolto tre Regioni (Regione Molise, Regione Toscana e Regione Puglia), un Comune (Comune di Avellino), una Unione di Comuni (Unione Valdera), quattro Città Metropolitane (Città Metropolitane di Messina, Catania, Reggio Calabria, Genova) e un Ente (INAIL), cercando di rappresentare un equilibrio tra la suddivisione mutuata dalla Politica di Coesione in: territori da sviluppare, in transizione e sviluppati. Successivamente i dati raccolti sono stati analizzati in riferimento ai quattro obiettivi prescelti per la valutazione dell’impatto. 1.3 Evidenze dall’indagine effettuata e conclusioni dello studio Il Report presenta altresì le conclusioni dell’analisi effettuata e le raccomandazioni finali. Tali conclusioni tengono conto dei dati e delle osservazioni riportati dalle risposte del questionario somministrato alle Amministrazioni; le informazioni ottenute sono state messe a confronto con quelle desunte dalle interviste che, come già detto, sono state effettuate mantenendo una suddivisione in raggruppamenti (cluster), a seconda della missione istituzionale dei soggetti intervistati: • I Comuni e le Città metropolitane, e in particolare il Comune di Avellino, l’Unione Valdera e le Città metropolitane di Catania, Messina, Genova e Reggio Calabria; • Le Regioni e in particolare la Regione Puglia, la Regione Toscana e la Regione Molise; • Gli Altri Enti, e in particolare l’INAIL. Le conclusioni sono state riassunte, come per il processo di valutazione dell’impatto, secondo i quattro obiettivi del progetto considerati (001, 003, 004, 005). In merito all’obiettivo 001 “Rendere omogenei per i cittadini e le imprese i servizi offerti dalla P.A.” c’è stato un riscontro molto positivo per il cluster “Comuni e Città Metropolitane” dove il 40% dei Comuni dichiara di aver utilizzato gli strumenti messi a disposizione da AgID per la progettazione e l’implementazione dei portali istituzionale, con l’obiettivo di rendere più accessibili i servizi digitali ai cittadini. Le Regioni, ma anche gli Altri Enti, hanno partecipato alle attività di accompagnamento per lo sviluppo dei portali facilmente accessibili per le PP.AA. e hanno enfatizzato l’importanza delle piattaforme SPID e pagoPA. Dai risultati del questionario e delle interviste è stata rilevata la problematica, peraltro ben nota, dell’esternalizzazione dei servizi di gestione dei siti web che ha creato difficoltà logistiche interne alle Amministrazioni. Questo è dipeso da un’alta percentuale di indisponibilità di risorse umane qualificate e formate appositamente per la realizzazione e la gestione dei servizi digitali erogati. In generale, tuttavia, le Linee Guida introdotte da AgID sono state molto apprezzate dai rispondenti al questionario e alle interviste. Riguardo all’obiettivo 003 “Rendere maggiormente interoperabili i dati delle P.A.” i Comuni hanno indicato una forte esigenza di attivare processi che favoriscano l’interoperabilità e lo scambio di dati, soprattutto nelle realtà locali più piccole o meno sviluppate. Emerge quindi la necessità di investire nello sviluppo dell’interoperabilità per sopperire alla carenza di risorse e di infrastrutture adeguate. Nonostante ciò, i Comuni, le Regioni e gli Altri Enti hanno riconosciuto che le attività di supporto promosse da AgID hanno portato un valore aggiunto, insieme alle Linee Guida e ai criteri di standardizzazione, evidenziando la necessità di perseverare nelle azioni di formazione e di continuare l’opera di sensibilizzazione sul tema della interoperabilità. Gli Altri Enti consultati hanno sottolineato l’utilità della predisposizione di una roadmap ufficiale per consentire alle Amministrazioni di investire nello sviluppo dell’interoperabilità secondo una programmazione anche pluriennale con relativi accantonamenti di bilancio. Sull’obiettivo 004 “Sviluppo delle competenze digitali delle P.A.” le attività di AgID hanno avuto un impatto positivo sui Comuni “da sviluppare” e “in transizione”. Le attività di formazione centralizzata di AgID hanno supportato lo sviluppo delle competenze digitali e consentito ai Comuni “sviluppati” di incentivare la dotazione di strutture interne di formazione. L’analisi sulle Regioni ha dato risultati differenziati, in quanto alcune di esse hanno attivamente partecipato alle attività di accompagnamento e di formazione per la trasformazione digitale, mentre altre non hanno potuto garantire una partecipazione adeguata e continuativa del personale. Molte di queste Amministrazioni hanno inoltre espresso l’esigenza di estendere la formazione all’intera organizzazione, coinvolgendo anche il personale non tecnico. In relazione all’efficienza degli strumenti che AgID ha messo a disposizione (MOOC, Webinar singolo, Cicli di webinar) le risposte hanno evidenziato una preferenza per i singoli webinar e particolarmente apprezzata è stata la formazione di alto livello erogata in maniera centralizzata da AgID. Infine, riguardo all’obiettivo 005 “Utilizzo da parte delle PP.AA. degli strumenti di sicurezza offerti” sono state valutate positivamente le attività di formazione e sensibilizzazione di AgID sulla gestione del rischio cyber, grazie alle quali è stato utilizzato anche il tool di valutazione e trattamento del rischio cyber promosso dall’Agenzia. Le Linee Guida per lo sviluppo del software sicuro, sono invece risultate complesse per alcuni Comuni “sviluppati”, in quanto le figure competenti nell’ambito cybersecurity all’interno della Pubblica Amministrazione sono insufficienti. Le Regioni hanno dichiarato di utilizzare le Linee Guida e il tool di valutazione del rischio, che, in alcuni casi, sono stati condivisi con i fornitori esterni, mentre in qualche caso gli Altri Enti consultati hanno potuto sviluppare autonomamente criteri, metodologie e strumenti di supporto congruenti a quelli AgID, dotando la struttura ICT di piattaforme e strutture per il monitoraggio dei processi tecnologici in termini di sicurezza.
Anche gli Ordini professionali (Farmacisti, Avvocati, Medici, Architetti, Psicologi, Tecnici Sanitari, Chimici, Commercialisti, Ostetrici, Assistenti Sociali, Fisioterapisti e Geometri) sono stati invitati a rispondere al questionario in merito alla partecipazione delle attività del progetto Italia Login. Anche in tali contesti in relazione agli obiettivi analizzati, sono emersi elementi positivi per quanto riguarda le attività promosse da AgID che hanno contribuito positivamente all’accessibilità dei portali digitali da parte dei cittadini. Il riscontro è stato invece negativo per l’utilizzo di API (Application programming interface) nello scambio di dati tra le PP.AA. (l’86% per cento degli Ordini ha dato risposta negativa sul rilascio di API). L’analisi sugli strumenti di formazione da parte degli Ordini è risultata positiva, anche se essi non hanno partecipato all’accrescimento delle competenze nell’ambito della sicurezza informatica. Infine, è importante completare la valutazione con alcune considerazioni sul ruolo del Responsabile per la Transizione Digitale (RTD). Dai dati raccolti, si rileva che la maggioranza delle Amministrazioni ha nominato un RTD (803 Amministrazioni sul totale di 832 che hanno risposto al questionario). Dall’analisi dei casi studio è evidente che l’introduzione della figura del RTD ha sicuramente contribuito a semplificare il rapporto del cittadino e dell’imprese con la P.A. velocizzando i processi e la standardizzazione delle procedure. La nomina del RTD ha comportato modifiche organizzative con la creazione di una struttura a supporto nel 62% dei casi (Città Metropolitane 26%, Regioni 36%) mentre in altri casi una struttura a supporto era già presente (Comuni 60%). Il dato che emerge è che, con tutta evidenza, il RTD come ruolo sembra esprimere il maggior potenziale nelle Amministrazioni medio-grandi, che hanno pertanto raggiunto con maggiore facilità gli obiettivi previsti. Nel corso della valutazione è stato anche possibile valorizzare l’indicatore di risultato 7RIS, con cui vengono censite le Amministrazioni che hanno completato il processo di riorganizzazione con la nomina formale del Responsabile della Transizione al Digitale, che ha dato un valore ampiamente al di sopra del target stabilito.